Raccolgo qui dei testi che ho scritto su alcuni aspetti della gestione del processo di (ri)costruzione della città dell'Aquila in seguito al terremoto del 6 aprile 2009.
Gli scritti, a partire da una visione critico-problematica basata su prospettiva di analisi antropologico-culturale, puntano a mettere in rilievo i momenti di ingenuità, disfunzionalità, corruzione, propaganda, speculazione, profitto che minacciano il futuro della città.

L'Aquila, 10 marzo 2010
Antonello Ciccozzi

lunedì 21 maggio 2012

METODO DI MICROZONAZIONE DEL DANNO SOCIALE PRODOTTO DA EVENTI CATASTROFICI


Inserisco in questo spazio web una pubblicazione dove riporto la sintesi di un metodo per la predisposizione di una scala di valutazione in grado di dare conto della varietà del danno che, nelle aree colpite da calamità naturali, si manifesta a livello di ciascun nucleo familiare (questo attraverso il censimento di un numero limitato di parametri, a partire dalle condizioni dell’abitazione e di lavoro).
La funzione di questa scala è quella di “aumentare la risoluzione della rappresentazione sociale del danno”, passando da una visione binaria (il “cratere”, dove l'area colpita viene definita in base a una generalizzazione unitaria) a una puntiforme; dove, per usare una metafora di tipo informatico, il “pixel” di base è la singola unità domestica, rappresentata da un coefficiente scalare di danno. In tal modo si può implementare un’anagrafe del danno che permetta di passare da una strategia di sostegno generalizzato (“a pioggia”) a una di sostegno selettivo (“a goccia”), modulando gli aiuti erogati rispetto ai bisogni concreti. Ciò con lo scopo di promuovere un miglioramento significativo nella gestione delle procedure di ripristino, in termini di efficacia sociale e di risparmio economico sulla modulazione degli interventi. 

Tale approccio potrebbe consentire una mediazione tra le due contrapposte modalità istituzionali d'intervento che oggi si contendono l'orizzonte della scelta politica: tra il risarcire tutto (come si è fatto finora, in base a procedure generiche,  tendenzialmente indifferenziate e indifferenzianti) e non il risarcire niente (come avverrà dopo la sconcertante proposta di abolizione degli aiuti di Stato (Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione civile, GU 113 del 16-05-2012), nei confronti della quale è lecito ipotizzare che vi sarà una forte opposizione popolare.Il progetto fu già presentato all’indomani del sisma aquilano, ed al momento è stato inserito nella proposta di legge sulla gestione delle emergenze.



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PER UNA MICROZONAZIONE DEL DANNO SOCIALE PRODOTTO DA EVENTI CATASTROFICI

(pubblicato in: Ingegneria Sismica, n°3 2010, Pàtron Editore, Bologna) 

   Gli eventi catastrofici quali terremoti, alluvioni, tornado, tendono a causare una mortalità sempre più sporadica, ma un danno al tessuto sociale endemicamente diffuso entro ampi ranges di diversificazione quali-quantitativa, in cui si assiste a una gamma di esiti molto estesa e distribuita secondo una variabilità puntiforme che rimanda alla forma minima di aggregazione: la famiglia. In questi casi, per fare un esempio concreto, sono presenti - agli estremi - episodi di perdita totale di proprietà immobiliare e di lavoro, e, all’opposto, episodi di conservazione della proprietà immobiliare e mantenimento, o finanche notevole miglioramento, dell’attività lavorativa.
 Recepire amministrativamente tale varietà sarebbe indispensabile al fine di elaborare procedure d’intervento dettagliate, ma ad ora non esistono ancora strumenti istituzionali che siano il grado di superare la concezione della tabula rasa. Infatti le pratiche di sostegno socio-economico alle popolazioni colpite si basano ancora su dispositivi di gestione dei flussi basati su forme di erogazione indifferenziate. Questi trattamenti “a tappeto” si fondano su visioni del danno date a risoluzione minima: un bit per descrivere un confine binario tra “cratere” (l’area colpita) e mondo. Così, ad esempio, si attuano politiche di esenzione fiscale che trattano indistintamente chi a causa del disastro ha perso lavoro e casa, e chi non ha perso nulla.
  Acquisito che non tutti sono colpiti allo stesso modo, per intervenire con precisione sarebbe necessario aumentare la risoluzione dei modelli istituzionali di valutazione delle conseguenze sociali delle catastrofi; e questo percorso può essere praticato attraverso un approccio multifattoriale che ci consenta di combinare una serie di parametri per rappresentare scalarmente la diversificazione interna del danno, restituendoci una mappatura di differenze in funzione delle quali agire. In tal senso poter disporre di una scala di micro-zonazione del danno sociale basata sulla valutazione al dettaglio del danno domestico può consentire di passare da interventi indifferenziati di ripristino del luogo a interventi dettagliati; ossia modulati in base a una relazione di proporzionalità diretta tra sostegno socio-economico e danno. Questo tenendo presente che, con le disponibilità tecnologiche attuali, i luoghi colpiti da disastri potrebbero dotarsi di un’anagrafe informatizzata del danno in grado di gestire un follow-up per tutto il lungo periodo di ripristino del tessuto sociale.
 A tal fine può essere utile partire da una combinatoria di queste variabili:
livello di danno dell’abitazione; dichiarazione di proprietà o locazione dell’immobile di residenza; livello di compromissione del lavoro; differenza complessiva di reddito tra prima e dopo l’evento catastrofico; fattori di amplificazione del danno quali la composizione della famiglia (prole, anziani, disabili, monoparentalità) e la presenza di lutti nel nucleo famigliare causati dall’evento.
   Questi parametri, una volta combinati da un algoritmo, possono fornirci una graduatoria del danno che rispetta la differenza tra ogni unità domestica; e possono essere messi in relazione con una serie di coefficienti prospettici finalizzati a rendere più malleabile la scala, ossia a ricomporre un sistema di precedenze in funzione delle tipologie d’intervento che di volta in volta le istituzioni ritengono necessarie. Tali coefficienti prospettici riguardano la casa, il lavoro, la situazione domestica e la chiave politica di lettura della scala (valore quest’ultimo votabile dalle amministrazioni in base a una concezione che contempli o meno la distinzione tra danno sociale e danno economico, ad esempio differenziando o meno la proprietà dalla locazione). In questo modo, ad esempio, nel caso sia necessario prevedere un sostegno alla disoccupazione si rimodulerà la serie di precedenze incrementando il peso del coefficiente prospettico ‘lavoro’.

(il progetto in dettaglio è pubblicato su: Abruzzo Contemporaneo, Rivista di storia e scienze sociali, numero 34, 12-2009, EditPress, Teramo).



DISASTERS AND MICRO-ZONING OF THE SOCIAL DAMAGE
  Disasters such as earthquakes, floods or hurricanes tend to produce an highly differentiated damage among the inhabitants of affected places, in a variety definable starting from a household point-unit-level. Usually supportive policies do not consider in details these huge differences, but tend to treat the harm suffered by residents in a undifferentiated way.
Conversely, combining a number of variables starting from the level of damage of the house and the level of impairment at work, and some other domestic parameters, we can obtain a scale wich is able to represent a micro-zoning of the social damage. With this tool institutions could arrange a map of priorities to traslate needs and to modulate the delivery of assistance, starting  from a detailed resolution model.
  This method could avoid costs and approximations of an undifferentiated approach; allowing for a better management throughout the long term of emergency. This means ability to manage with more accuracy procedures such as the priority order in emergency housing assignment, the variety of needs for treatment of tax exemption, the financial and business istitutional support.







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